L'INVALSI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e formazione, è un ente di ricerca soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione. Il suo principale scopo è la valutazione, attraverso strumenti di misurazione quantitativi e sulla base di parametri standard e internazionali, della qualità del sistema scolastico italiano. Ha il compito di mettere a punto prove di rilevazione degli apprendimenti, di carattere nazionale, in italiano, matematica (e inglese a partire dall'a.s. 2017/18).
Che cosa sono le prove Invalsi?
Le prove INVALSI sono prove oggettive standardizzate somministrate a tutti gli allievi di una coorte di età, detta anche leva scolastica. Le prove così caratterizzate sono in grado di fornire una misura sufficientemente attendibile della padronanza o meno di alcuni elementi che sono l’oggetto della prova stessa (Rapporto tecnico 2017).
Sono lo strumento utilizzato per rilevare e misurare periodicamente il livello di apprendimento degli studenti italiani.
Gli standard delle prove sono definiti a partire dalle Indicazioni per il curricolo del Ministero. Attualmente si prevede la somministrazione di prove oggettive di Italiano e Matematica, discipline scelte anche per la loro valenza trasversale; a partire dall'a.s. 2017/18 sarà introdotta anche la prova di Inglese. È inoltre prevista la somministrazione di un questionario anonimo.
Chi deve sostenere le prove INVALSI?
Le prove INVALSI coinvolgono tutte le scuole d’Italia, statali e paritarie, e tutti gli studenti delle classi interessate: la II e V della scuola primaria; la III della scuola secondaria di primo grado e la II della scuola secondaria di secondo grado.
Il decreto attuativo della legge n. 107/2015 ha introdotto importanti novità: per il primo ciclo di istruzione, a partire dall'a.s. 2017/2018 la prova Invalsi sarà svolta nel corso dell'anno (entro il mese di aprile) e costituirà requisito d’ammissione all’esame di Stato ma non influirà più sul voto finale; sarà computer based e verterà su italiano, matematica e inglese (art. 7 D.L. 13 aprile 2017, n. 62). Nella scuola secondaria di secondo grado, a partire dall'a.s. 2018/2019, la prova Invalsi verrà introdotta anche nelle classi V, sarà computer based e verterà su italiano, matematica e inglese (art. 19 D.L. 13 aprile 2017, n. 62).
Chi prepara le prove?
Le domande delle prove, i cui contenuti rispettano un preciso quadro di riferimento sia per l’italiano sia per la matematica, sono predisposte da insegnanti dei diversi livelli scolastici opportunamente formati. Queste domande sono pre-testate su un campione ristretto di studenti per verificarne l’affidabilità e la validità e, successivamente, solo quelle valide vengono scelte collegialmente da un team di esperti.
Perché alcune domande sono troppo difficili?
"Nelle prove standardizzate, come quelle del SNV, è normale che vi siano domande complesse alle quali è in grado di rispondere solo una piccola o anche piccolissima minoranza degli allievi e quesiti molto semplici, accessibili alla quasi totalità degli studenti. Una prova standardizzata deve, nel limite del possibile, prevedere domande distribuite lungo tutta la scala." (Rapporto tecnico 2011)
Che cosa valutano?
"Le prove Invalsi hanno lo scopo principale di misurare i livelli di apprendimento relativamente ad alcuni aspetti di base: la comprensione della lettura e la matematica. Con esse si vuole giungere ad una misurazione dei livelli comunemente ritenuti condizione necessaria per un accesso consapevole alla cittadinanza attiva." (Rapporto tecnico 2011).
Le prove riguardano due distinti settori di apprendimento, Italiano (lettura e grammatica) e Matematica (a partire dall.a.s. 2017/18 anche Inglese). Non valutano il singolo alunno o la singola classe, ma gli apprendimenti che gli alunni, nel complesso, conseguono nelle classi e ordini scolastici di riferimento. Quello che si ricava dalle prove INVALSI è dunque una valutazione di sistema.
A cosa e a chi servono?
La valutazione di sistema offerta dalle prove INVALSI, che fornisce dati concreti e affidabili sul reale funzionamento del nostro sistema scolastico, serve per monitorare il Sistema nazionale d’Istruzione, confrontarlo con le altre realtà comunitarie ed europee e per misurarne e migliorarne l’efficienza. In particolare servono:
- a ciascuno studente – perché è un diritto conoscere il livello di competenze raggiunto;
- alle istituzioni scolastiche – per l’analisi della situazione al fine di mettere a punto eventuali strategie di miglioramento;
- al Ministero dell’Istruzione - per operare investimenti e scelte politiche.
Perché sono importanti?
Le prove, che per ciascun livello di classe si svolgono sul territorio nazionale nella stessa giornata, sono importanti perché permettono di confrontare ciascuna classe e ciascuna scuola con:
- l’intero Paesele ;
- le macroaree geografiche;
- le singole regioni/province;
- le scuole della stessa tipologia.
Le prove servono a confrontarsi col sistema nel suo complesso e rappresentano uno strumento in più ma non sostituiscono la valutazione dell’insegnante.
A cosa serve il questionario?
Il questionario, anonimo, serve a raccogliere preziose informazioni sulle caratteristiche degli studenti di una scuola e sul loro contesto familiare. Gli studenti più grandi possono esprimere, sempre in forma anonima, opinioni sulle attività della scuola ed esplicitare le loro esigenze. Le informazioni raccolte con i questionari offrono un’ulteriore chiave di lettura dei dati e permettono di confrontare, in maniera più equa, i risultati di scuole diverse e di fornire maggiori supporti a quelle scuole che operano in un contesto difficile.
Come vengono restituiti i risultati delle prove?
I dati, frutto di elaborazioni statistiche e psicometriche dei risultati grezzi, vengono pubblicati ogni anno nell' Area prove del sito INVALSI dopo non più di due mesi dall’effettuazione delle prove. Nel Rapporto nazionale, i risultati delle prove vengono presentati anche disaggregati per regione, maschi e femmine, alunni italiani e stranieri, alunni in anticipo, regolari e in ritardo.
Ogni singola scuola potrà quindi analizzare i risultati dell’apprendimento dei propri studenti confrontandoli al proprio interno (classi della stessa scuola) e con quelli complessivi italiani, della Regione e della macro-area di appartenenzadi a . Questa comparazione consentirà a ogni Istituto scolastico di valutare la propria efficacia educativa e di riflettere sulla propria organizzazione didattico-metodologica al fine di promuoverne il miglioramento.
Come possono essere utilizzati nella didattica?
I dati possono essere fonte di riflessione didattica. Essi permettono di individuare quali sono stati i punti di maggiore difficoltà incontrata dagli alunni, di individuarne i motivi e di riflettere sulle possibili strategie per porvi rimedio.
Tutti i fascicoli delle prove eseguite dagli alunni vengono comunque lasciati a disposizione delle scuole. Essi, ripresi in mano a posteriori, possono contenere molte informazioni. Confrontando infatti ciò che hanno fatto i singoli studenti con le percentuali di risposte corrette o errate date a ciascuna domanda dalla classe e con la guida alla lettura, che illustra le caratteristiche del compito, si possono osservare molti elementi non rilevabili dalla sola lettura dei dati.
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